Nella serata di domenica 18 dicembre è andata in onda l’intervista a Papa Francesco, con il vaticanista Mediaset Fabio Marchese Ragona. Di seguito sono riportati alcuni passaggi, trattati da Papa Francesco che riguardano lo Sport, durante l’intervista.  A fondo pagina è possibile leggere l’intervista integrale e rivedere la registrazione video. Faccio mio e condivido con tutti Voi il messaggio di Papa Francesco, “Ognuno di voi, caro e cara, guarda il bambino e guarda la stella. Guardando il bambino, vi auguro un buon e santo Natale”

Coordinatore Attività Terzo settore e Cittadinanza Attiva.

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A proposito di bambini, che sono un po’ il filo conduttore di questa nostra intervista, basta davvero poco per farli sorridere: una palla per giocare in strada, per giocare in un campetto. Questa è una pelota de trapo, una palla di stracci che ha portato Lei. Questa palla ci dimostra che basta poco per far ridere un bambino, per farlo divertire.

Papa Francesco: “Lo sport è nobile. Lo sport porta nobiltà. C’è un film argentino che si chiama Pelota de trapo, Palla di stracci, e l’autore è Enrique Mueňo. Sto parlando del 1945, io l’ho visto da bambino. È un bel film dell’epoca, è un po’ la mistica dei ragazzi che giocano con quello che hanno in mano. Era Don Bosco che diceva “se tu vuoi radunare i ragazzi metti un pallone sulla strada e subito vengono, come le mosche al dolce”. I bambini giocano. E lì andiamo su una cosa molto bella che è il valore del gioco, dello sport, anche del gioco proprio. Giocare e fare sport. È una benedizione poter farlo bene perché è una cosa nobile lo sport. Tutti noi abbiamo bisogno di questa gratuità dello sport. Per questo sono contento quando vedo che la gente si entusiasma per il mondo dello sport e quando lo sport non perde quella dimensione di ‘amatorialità’, amateur, no? Lo sport è gratuito, è amateur, no? Ci sono, adesso, aspetti più commerciali ma non sta male se sono moderati. A patto che lo sport non perda quella ‘amatorialità’. Il vero sport deve essere gratuito, amateur”.

Mi viene in mente il fatto che in questi momenti il mondo è concentrato sulla finale dei Mondiali: c’è un augurio che vuole fare a chi vince la Coppa del mondo, ai vincitori?

Papa Francesco: “Ai vincitori tutti fanno gli auguri. Che lo vivano con umiltà. E a quello che non vince, che lo vivano con gioia perché il valore più grande non è vincere o non vincere, è giocare pulito, giocare bene. Ambedue che abbiano il coraggio di darsi la mano. Quando io vedo la fine di una partita dove non si danno la mano… Noi – sto parlando dell’anno ’46 – andavamo allo stadio tutte le domeniche anche con la mamma, papà, tutti insieme. E lì la parola più brutta che si sentiva all’arbitro era ‘venduto’, ma poi finiva la partita e si davano la mano. Quel savoir-faire dello sport, no? Lo sport ti fa più nobile, ti fa nobile anche se fatto con un pallone di stracci. Dobbiamo far crescere lo spirito sportivo e io mi auguro che questo campionato mondiale aiuti a riprendere lo spirito sportivo, che ti fa nobile”.

È un segno di speranza e c’è questo Bambinello che arriva da Betlemme, lo ha portato un frate passionista. Affidiamo tutto a lui, lì dove tutto è cominciato, a Betlemme. Possiamo dire che questo Bambinello racchiude un po’ tutte le speranze del mondo. Quindi mi chiedevo se con questo Bambinello tra le mani ha voglia di lasciare un messaggio per questo Natale a chi ci sta ascoltando…

Papa Francesco: “Io dirò a tutti, a ognuno: guardate il Bambino, guardate la stella. Un bambino in più è una speranza. Lui ha portato la speranza, ma è nato così: povero, perseguitato, è dovuto fuggire. Un Bambino senza la stella non va, una stella senza il Bambino non va. Ambedue sono il messaggio del Natale oggi. Io a ognuno di voi che ascolta vorrei chiedere che il Signore vi dia la tenerezza di un bambino, che noi non perdiamo la tenerezza umana, di aiutarci e che vi dia la luce della stella. Se tu guardi la stella sai dove è la strada, come i Magi. Se tu guardi il Bambino sai come devi sentire il tuo cuore. Questo è il mio messaggio. Ognuno di voi, caro e cara, guarda il bambino e guarda la stella. Guardando il bambino, vi auguro un buon e santo Natale. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. Grazie”.

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La trascrizione integrale del colloquio tra il Pontefice e il vaticanista Mediaset Fabio Marchese Ragona. L’appello di Sua Santità: “Per le Feste non eccedete nelle spese” [CLICCA QUI]
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