“La Commissione Europea ha dato il via libera alle norme fiscali in favore del Terzo Settore. È un traguardo atteso da anni, frutto di un lungo e intenso lavoro di questo Governo e di un costante confronto tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Bruxelles. Questo risultato rappresenta una svolta decisiva, ci permette finalmente di dare certezze e stabilità agli ETS e piena attuazione al Codice del Terzo Settore.
Con piacere condivido le ultime informazioni autorizzazione (Comfort Letter) da Bruxelles, per la riforma fiscale del Terzo Settore Italia.
Come anticipato nella mia presentazione in occasione dell’Assemblea Elettiva CSI Lombardia del 22 febbraio scorso, ieri è arrivata l’autorizzazione da Bruxelles
È un passo molto importante, un nuovo capitolo, gli enti non profit dal 2026, potranno avvalersi di regole stabili e coerenti con il quadro europeo sugli aiuti di Stato.
“L’impostazione della riforma da sempre è stata quella di definire una nuova fiscalità in grado di riconoscere il ruolo del Terzo settore come portatore di interessi collettivi e attuatore del principio costituzionale di sussidiarietà. Con un ruolo completamente diverso rispetto alle imprese profit”
Come ribadito anche dalla Commissione europea attraverso la Comfort Letter, della Direzione Generale Concorrenza, che ha preso atto del carattere multiforme del vasto ecosistema del Terzo settore italiano, quest’ultimo non gioca con le stesse regole delle imprese for profit e, dunque, non è possibile applicare i medesimi criteri di tassazione previsti per il mercato.
Sintesi delle misure fiscali che entreranno in vigore dal 2026:
- Nuovi criteri per stabilire quando una attività di interesse generale è svolta con modalità non commerciale e soprattutto quando un ente nel suo insieme assume natura commerciale o meno
- Le imprese sociali godranno infatti, per la prima volta in assoluto, di un regime fiscale specifico e disegnato sulle loro caratteristiche.
- Alle Associazioni di promozione sociale (Aps) e Organizzazioni di volontariato (Odv) con entrate inferiori a 130mila euro viene riservata la possibilità di godere di una misura di favore sia ai fini Iva che delle imposte dirette.
- Con l’entrata in vigore del regime fiscale degli enti del Terzo settore e delle imprese sociali cesserà definitivamente di esistere l’anagrafe delle onlus dal 1° gennaio 2026.
Le misure ancora da definire nella interlocuzione con la Ue.
La Comfort Letter inviata dalle autorità europee chiede, prima di dare il suo placet, un supplemento di analisi per quanto riguarda due disposizioni previste all’interno della riforma del Terzo settore.
Si tratta da un lato, dei titoli di solidarietà, noti anche come social bonus, che consentono agli istituti bancari di raccogliere capitale presso il pubblico da destinare al finanziamento dei progetti sociali degli Ets. L’attesa prosegue anche per la misura concernente il diritto di portare in detrazione fiscale (o in deduzione, in caso di enti) parte dell’investimento operato in favore delle imprese sociali.
I prossimi step
I decreti attuativi della riforma del Terzo settore stabiliscono chiaramente che le nuove misure fiscali entreranno in vigore a far tempo dal 1° gennaio del periodo d’imposta successivo a quello in cui arriverà l’autorizzazione Ue.
In Conclusione…..
L’autorizzazione Ue chiude una fase importante per la riforma del Terzo settore ma ne apre una decisamente più ambiziosa che è quella di dare forza e solidità al vasto ecosistema sociale, economico e culturale del Terzo settore italiano anche attraverso le regole fiscali.
Al presente link, trovi una “rassegna ” della Stampa On line, a partire da sabato 08 marzo 2025: terzo settore, Bruxelles dà l’ok alla riforma fiscale
Marco Zanetel
C.S.I. Lombardia APS
Coordinatore Attività Terzo Settore e Cittadinanza Arriva.